Eccoci di nuovo con un’intervista del #KombatBlog! Oggi abbiamo il piacere di fare qualche domanda a Francesco Nuzzi, un agguerrito fighter pugliese di MMA che da poco è entrato a far parte della KOmmunity.
Ciao Francesco e benvenuto nella nostra famiglia!
Ciao ragazzi, grazie davvero! Felice di essere dei vostri!
A che età hai iniziato a praticare gli sport da combattimento?
Ho iniziato a sei anni, praticando karate fino ai dodici. Poi, dai quattordici fino ad ora ho iniziato a praticare kickboxing. La svolta è stata dopo il primo incontro di semi-pro di MMA. Da quel giorno, ho coltivato la mia carriera fino ad arrivare al professionismo.
Qual è stata la tua vittoria più importante?
Per me ogni vittoria è importante per crescere e raggiungere un livello superiore. Che sia una piccola o grande promotion, vincere ti aiuta a fare un piccolo step in più. Certo, alcune vittorie le ricordo con particolare affetto, come quando ho vinto per KO o sottomissione, ma ognuna di esse conta in tutte le sue sfaccettature, e risveglia in me un ricordo diverso.
Cosa ne pensi del tuo ultimo match?
L’ultimo match è stato davvero tosto, ero inattivo da circa diciotto mesi, ma fortunatamente l’ho affrontato con la mente libera e una strategia predefinita. L’inattività mi ha portato ad avere alcuni blocchi, soprattutto nelle transizioni a terra. Sono abbastanza soddisfatto, ma la realtà è che potevo – e posso – dare molto di più.
Qual e’ il tuo sogno?
Il mio sogno è riuscire ad arrivare ai massimi livelli. Nel mio piccolo sono contento di essere arrivato dove sono, ma il mio obiettivo è molto più in alto: spero di arrivarci ben presto!
Quali sono le caratteristiche più importanti per un fighter di MMA?
Per me la caratteristica fondamentale per uno sportivo, o nello specifico per un atleta MMA, è la lucidità. Occorre avere la freddezza, in ogni momento del combattimento, anche quando stai sotto ai punti, sotto il ground and pound, quando vieni spinto a parete o portato a terra. Certo, caratteristiche come lo stracking sono fondamentali, ma è importante essere freddi e ricordare ciò che è stato studiato durante il camp, per poi riversarlo nel match. Anche nei momenti di difficoltà.
Quali sono le figure più importanti nel tuo percorso?
Le due figure più importanti, per me, sono i miei genitori. È stato proprio mio padre ad instradarmi in questo percorso, quando avevo solo cinque anni e mezzo. Non sono mai stato appassionato di calcio, la mia passione è questa e la coltivo da sempre. Solitamente un genitore non appoggia questi tipi di sport, perché sotto certi punti di vista può essere considerato violento, ma loro mi hanno sempre spronato a fare ciò che mi piace di più: combattere. E non smetterò mai di ringraziarli.
Come ti prepari mentalmente e fisicamente prima del match?
Mi preparo come sempre: duro lavoro e studio dell’avversario. Mi metto in testa cosa dovrò fare in gabbia, e nei giorni pre-match mi circondo delle persone che mi amano: la presenza della mia famiglia e della mia ragazza è fondamentale per rimanere concentrato durante il camp.
Come è percepito il tuo sport in Italia?
Purtroppo lo sport in Italia è il calcio. Esistono però realtà come nel mio paese, Altamura, in cui si cerca di avvicinare la persona comune ad attività come l’MMA o al Kick Boxing. Sono orgoglioso di fare la mia parte in questo processo di sensibilizzazione. Prevedo che da qui a cinque anni l’MMA sarà finalmente visto con occhi diversi!
Lo speriamo. Grazie mille Francesco, a prestissimo!
Grazie a voi: faremo belle cose insieme!