Nuovo articolo, nuova intervista qui sul #KombatBlog! Oggi parliamo con Alessio Di Chirico, campione di MMA.
Ciao Alessio! Ti va di parlarci della tua giornata tipo durante la pandemia?
Ciao ragazzi! Sveglia presto e attivazione mattutina, che comprende esercizi di respirazione e attivazione metabolica. Infine doccia fredda, e mi piacerebbe dirti “sessione di crioterapia”, purtroppo però non sono Cristiano Ronaldo! Successivamente, cerco di tenere la mente impegnata guardando match oppure leggendo e dopo pranzo mi alleno. Infine ceno, guardo un film e prima di andare a dormire faccio stretching e posturale. In tutto questo, ogni momento è buono per stare con mio figlio di pochi mesi.
Raccontaci della tua dieta ai tempi del COVID-19
È rimasta più o meno invariata! Per fortuna ho Daniela Mucci, la mia nutrizionista, che mi tira le orecchie e mi fa pesare una volta a settimana! Sto anche provando a seguire una dieta vegana, non per paure legate alla carne (credo che se la carne sia biologica non faccia male) quanto per motivi ecologici. Tra emissioni di CO2, consumo di acqua e le pandemie ce la stiamo mettendo tutta per estinguerci!
Hai un metodo di allenamento specifico?
Sto lavorando sulla forza 3 volte a settimana (ho un bilanciere con dei pesi in garage) e cardio due volte a settimana. Spero davvero di poter riprendere prestissimo un protocollo di allenamento ancora più completo.

Alessio e il suo allenamento in garage.
Credi che esista un segreto per superare il momento di crisi che l’Italia sta vivendo?
E’ una domanda difficile, però credo che si debba tenere duro e non perdere la calma, per poi dare tutto al momento giusto. Un po’ come in un match. Non è semplice lo so ma non esistono avversari imbattibili.
Parlando di match… ti ricordi del tuo primo da professionista?
Fu contro Mohamed Anoir 11 anni fa, poco dopo aver fatto l’albero di Natale con mia madre. Uscii di casa, andai a combattere e tornai senza un segno per fortuna, con lei ignara di tutto. O forse, pensandoci meglio, il primissimo potrebbe essere stato contro mio fratello, per decidere chi dovesse andare nel sedile davanti in macchina.
Come definiresti il tuo stile di combattimento?
Tradizionale. Curo molto i fondamentali e non mi piacciono le mode, le attestazioni o le espressioni di combattimento esibizionistiche.
E grazie ai tuoi “fondamentali”, qual è stata la vittoria più importante che ti sei portato a casa?
Sicuramente quella contro Andre Reinders, avevo tutto il palazzetto contro e ho azzittito tutti.
C’è un match disputato che consideri “perfetto”?
Credo l’incontro con Bamgbose, ma se devo dirti la verità ogni volta che mi riguardo vedo sempre qualcosa che non mi piace. Penso che il match perfetto debba ancora arrivare!
Studi molto gli avversari che dovrai affrontare?
Sì, in maniera sistematica. Credo molto nel match analysis e penso che sia uno degli aspetti fondamentali dello sport moderno. Ho una lavagna davanti al letto sulla quale ogni sera scrivo un appunto in più sul mio avversario.
Ci sono personaggi che ti hanno stimolato ad intraprendere la tua carriera?
Chris Weidman, senza alcun dubbio. La prima fase della sua carriera è stata tutta all’arrembaggio! Ha combattuto contro chiunque, quasi tutti match in short notice. È riuscito a sconvolgere il mondo battendo due volte Anderson Silva. Ora è a fine carriera ed e meno affamato, ma ha fatto la storia.
Ora sputa il rospo: dicci il tuo fighter preferito!
Gegard Mousasi, da quando mi sono allenato con lui ad Amsterdam mi è rimasto impresso sia come persona che come atleta. È un modello da seguire e ha un jab impressionante.
Quali obiettivi vorresti raggiungere nel breve termine?
Questa è la domanda più sbagliata da fare ad uno superstizioso come me. Non te lo dico, sennò porta sfortuna!
Allora dicci almeno dove trovi la motivazione per continuare!
L’Italia con le sue ingiustizie quotidiane, la mia famiglia e mio figlio. Un vero fighter, secondo me, è chi non si arrende mai e voglio che di Alessio Di Chirico si ricordi questo: non si è mai arreso.
Quanto può crescere in Italia il mondo delle MMA?
Molto, anche se in fondo spero che resti uno sport elitario. So che forse ti sto dicendo una cosa folle…. sicuramente conviene a tutti che il nostro sport si evolva e cresca in popolarità il più possibile.
La prima cosa che farai a fine quarantena?
Nell’ordine: finalizzare Luca Anacoreta, picchiare Mattia Faraoni, lanciare per aria Pietro Penini.